Camilleri Andrea - 2001 - Il Re Di Girgenti by Camilleri Andrea

autore:Camilleri Andrea
La lingua: ita
Format: mobi, epub, azw3
Tags: Kings and Rulers, General, Sicily (Italy), Historical, Fiction
ISBN: 9788838916687
editore: Sellerio
pubblicato: 2001-06-14T22:00:00+00:00

ŤCiň che č morto si dissecca.ť Si sentiva la testa in-tronata per tutto il vino che aveva vivuto e che continuava a viviri dal bůmmolo che lo teneva fresco. Voleva stordirsi, farsi venire il sonno, levarsi dalla testa in un modo o nell’altro l’immagine del picciliddro asciucato dall’arsura. Non solo non ci arrinisciva, ma quelle parole, Ťciň che č morto si disseccať, gli furia-vano nella mente come un moscone dintra un bicchiere. Dove l’aveva leggiate? Cominciň a cercare tra i suoi libra, che oramŕ erano piů assŕ di un centinaro. Sfogliň lo Speculum quadruplex di Vincenzo De Beauvais, stampato in Vinegia nel 1624, quello che principiava: ŤNatura dicit dupliciter: uno modo natura naturans, id est ipsa summa naturae lex quae Deus est, aliter vero natura naturata.ť

Taliň pagina darrč pagina, ma le parole che l’assilla-vano non c’erano. Allora pigliň in mano il libro che sapeva proibito, quello che aveva cagionato al suo autore, accusato d’empietŕ, un processo per stregoneria: Ma-giae naturalěs sive de miraculis rerum naturalium libri IV, stampato a Napoli nel 1558. I quattro libri di Giam-battista Della Porta erano appartenuti, come arrisultava dalla firma, al canonico monsignor Evaristo Pottino, il quale aveva fittamente scritto le sue osservazio-ni a margine d’ogni foglio. I quattro libra facevano parte della racquisizione che Zosimo aveva fatto nel palazzo pispicale. E propio nei pinsčri che monsignor Pottino aveva annotato nel terzo libro, dove Della Porta parlava di Talete e della scuola di Mileto, Zosimo finalmente trovň quello che cercava. Perň non s’accontentň, continuň a leggiri. E a un certo momento, quanno fině, ebbe chiaro in testa quello che doviva fare, una cosa semplici e naturali, come mai non ci aveva pinsato prima? Ma quello che doviva fare, dipendeva dalla sapienzia del libro o era il risultato del fumulizzo che il vino gli aveva fatto arrivare al ciriveddro?

In un angolo della so cŕmmara c’era una gistra di saggina, la riempě di libra, se la carricň sulle spalle, la portň fora. La luna faceva jorno, la terra aveva un riflesso ros-sastro, di cosa combusta. Scegliette con attenzione il posto, lo trovň nello sterrato torno torno il pozzo, do-ve non c’era nenti che potesse ardiri. Svotň ‘n terra la gistra, tornň alla cŕmmara, la riempě nuovamente, la ri-svotň. Dovette fare una decina di viaggi prima che tutti i libra fossero portati fora.

(ŤSe l’acqua puň trasformarsi in tutte le cose, tutte le cose possono trasformarsi in acqua?ť s’era addimandato monsignor Pottino).

Considerň tanticchia, solo tanticchia, il munzeddro, il mucchio di pagine stampate sulle quali aveva passato le notti della sua gioventů, assitato di accanosciri sempre piů cose. Doppo, senza esitare, ci desě foco con l’ac-ciarino. Le fiamme, a causa di tutta quell’asciuttizza, si levarono alte in un biz.

(ŤBisogna riuscire a trasformare la materia in vapore.

Il tremolar del vapore č forse il signo del principio della mutazione?ť s’era spiato ancora monsignor Pottino).

E difatto picca a picca la casa, la campagna, gli ŕrboli superstiti accominciarono a tremoliare sotto gli occhi di Zosimo, pareva abballassero.

Doppo un poco il ballo si fece sempre

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